Come faccio a fidarmi dello psicologo a distanza?

Accorgimenti e regole per tutelarci!

Dal momento in cui le misure restrittive della quarantena sono diventate parte della nostra vita, molti professionisti della salute mentale hanno rafforzato ed intensificato il loro lavoro a distanza.

Grazie alla tecnologia riusciamo a dare continuità al lavoro in corso con i nostri pazienti e allo stesso tempo possiamo offrire uno spazio di ascolto a chi, in questa particolare situazione, sta vivendo un momento di difficoltà. Tutto questo rimanendo ognuno a casa propria!

È quindi innegabile che le videochiamate insieme alle tante piattaforme che ci permettono l’incontro a distanza, siano una grande risorsa che tutti noi stiamo sfruttando al massimo, sia nel privato che nella vita lavorativa.

Tuttavia, come quasi sempre accade, ho riscontrato degli elementi negativi che convivono con quelli positivi: non mi riferisco tanto allo strumento in sé stesso, piuttosto alla scarsità di informazioni sul suo utilizzo per l’incontro psicologico e di conseguenza a come esso può venire utilizzato in tale contesto!

D’altro canto è naturale che chi desidera effettuare un incontro a distanza con lo psicologo, possa fare fatica ad affidarsi attraverso questa nuova modalità:

Probabilmente quando pensiamo di rivolgerci a questo professionista ci troviamo in un momento di difficoltà, è quindi comprensibile che approcciare attraverso una modalità non usuale, possa aumentare il nostro disagio. Ma quali possono essere le motivazioni concrete?

Potremmo avere paura che la nostra privacy non venga rispettata, d’altronde incontrandosi di persona è più facile tenere l’ambiente circostante sotto controllo!

Potrebbe esserci il timore di essere ascoltati da altri, di venire registrati o di parlare con qualcuno che in realtà non è un professionista. Chi mi assicura che sto realmente parlando con la Dr.ssa Montani??

Sono tutte perplessità più che lecite, che rendono indispensabile una corretta informazione sulle modalità e le regole che devono governare un incontro psicologico a distanza, per poterlo definire affidabile e professionale.

Come funziona la consulenza psicologica a distanza?

Per spiegarmi meglio ho pensato di raccontarvi la mia esperienza personale:

Ultimamente ho ricevuto diverse richieste di consulenza da parte di nuovi potenziali pazienti. Essi hanno trovato i miei recapiti online per poi contattarmi telefonicamente.

Mentre fino a poco tempo fa il “primo incontro telefonico” era teso a realizzare un primo incontro conoscitivo di persona, in questo momento l’obiettivo della telefonata diventa realizzare un “incontro a distanza”.

Ciò significa che quando un potenziale paziente mi chiama per spiegarmi a grandi linee la sua situazione, io rispondo fornendo orientamento ed informazioni su come funziona la consulenza psicologica a distanza per me.

L’orientamento di cui parlo consiste nel fornire informazioni riguardo i costi, le modalità di svolgimento dell’incontro online e i documenti necessari per effettuarla.

Eh già, perché i pazienti hanno sempre il diritto di ricevere informazioni!

Come avviene per l’incontro di persona, a maggior ragione per le prestazioni a distanza, lo psicologo è obbligato a sottoporre al paziente una documentazione che dovrà essergli restituita firmata, altrimenti non potrà procedere:

  • Il Consenso informato

    Attraverso questo documento lo psicologo fornirà informazioni dettagliate su sé stesso come professionista, inserirà tutti i suoi recapiti, tra cui telefono, e-mail e indirizzo PEC, fornirà informazioni circa la propria assicurazione professionale, l’Albo a cui è iscritto ed il suo numero di iscrizione. Questo aspetto diventa ancora più rilevante quando la prestazione avviene a distanza, il paziente deve essere sicuro dell’identità del professionista! Le altre informazioni riguarderanno più nello specifico il rapporto di lavoro che si andrà a stringere, quindi specificherà la tipologia di prestazioni che potrà fornire il professionista, si chiariranno l’aspetto economico, i diritti e i doveri del paziente e quelli dello psicologo stesso. Stiamo parlando di un consenso informato che verrà firmato dal paziente ma anche dal professionista, un vero e proprio contratto!

  • L’Informativa sulla privacy

    Nel maggio 2018 è entrato in vigore il Regolamento Europeo 2016/679, conosciuto come GDPR General Data Protection Regulation. L’obiettivo è tutelare i diritti del paziente relativi al trattamento dei suoi dati personali, in particolare rispetto all’adozione di misure di sicurezza adeguate. È quindi fondamentale che il paziente sia messo a conoscenza delle modalità con cui lo psicologo garantirà la sua privacy, soprattutto in relazione ad un incontro a distanza.

  • L’identificazione del paziente

    Questo aspetto riguarda in modo specifico le prestazioni a distanza, è essenziale che il professionista possa identificare il paziente per essere certo dell’autenticità del suo consenso al trattamento! Una modalità per identificare il paziente è quella di chiedere che, insieme alla documentazione letta, capita e firmata, venga inviata anche una copia di un documento di identità.

Un aspetto meno specifico, che però è importante far emergere, riguarda l’adesione da parte dello psicologo, alle norme del Codice Deontologico e alle linee guida per le prestazioni effettuate a distanza.

Il professionista è infatti tenuto ad aggiornarsi! un supporto fondamentale proviene sicuramente dal proprio Ordine professionale, ma anche dal Consiglio Nazionale Ordine Psicologi (CNOP). Entrambi questi enti mettono a disposizione linee guida, raccomandazioni e supporto per agevolare i professionisti nella corretta gestione dei servizi!

Ottenute queste informazioni è sicuramente più semplice identificare un professionista affidabile, anche a distanza!

Richieste di prestazioni psicologiche a distanza: ciò che mi ha colpito

La decisione di fornire informazioni sulla corretta gestione degli incontri a distanza, nasce da ciò che ho potuto sperimentare in questo periodo.

Come accennato, sono aumentate le richieste per questa tipologia di prestazione e di conseguenza sono nate nuove riflessioni.

Gli aspetti positivi

Aspetti positivi

Ciò che ho rilevato di positivo è sicuramente la nostra capacità di adattarci ai cambiamenti. Incontrarsi nonostante la distanza, in un momento in cui è

così facile sentirsi soli ed isolati, è davvero di sostegno.

Nonostante alcuni aspetti della relazione potrebbero risentire dell’assenza fisica, si riesce in ogni caso ad entrare in empatia, a raccontarsi, a sentirsi e più in generale ad esserci.

La presenza è infatti ciò che dal mio punto di vista fa la differenza: proprio in questo momento le difficoltà presenti prima delle restrizioni si acuiscono, sommandosi allo stress dovuto alla situazione. Chi prima della quarantena non riscontrava particolari disagi, si ritrova a dover gestire un carico di stress oneroso. Infine, la quota di preoccupazione relativa al futuro è significativa, e davvero pochi di noi possono dirsi liberi da tale stress.

Allora diventa realmente di supporto un professionista che, nonostante tutte le difficoltà del caso, si impegna a seguire i propri pazienti, vecchi e nuovi, riadattandosi per offrire il suo sostegno distanza e sempre nel rispetto dell’altro.

Alcuni elementi negativi

Tra gli aspetti che mi hanno colpita in modo negativo, rientrano i casi in cui potenziali pazienti che mi hanno contattata telefonicamente, e a cui ho risposto con un iniziale orientamento relativo alla documentazione necessaria per svolgere l’incontro a distanza, sorprendentemente non ne sono stati contenti!

Il desiderio che mi è stato comunicato era quello di “fare una cosa semplice”, stampare questi documenti, leggerli e rispenderli insieme ad un documento di identità, risultava troppo difficoltoso e impegnativo, ma poi è così necessario?

L’indicazione della necessità di un certo tipo di documentazione è stata accolta con diffidenza, le motivazioni presentate non sono sembrate significative.

Al contrario, la richiesta espressa durante la prima telefonata, è stata alcune volte quella di procedere, durante questa stessa telefonata, con una “seduta”.

Ritengo tutto ciò molto grave, particolarmente rischioso per chi formula tali richieste, nonché per il professionista che potrebbe ingenuamente acconsentire.

Contattare uno psicologo per un incontro a distanza non deve farci credere che sarà “una cosa alla buona”, al contrario si tratta di un impegno significativo verso noi stessi, ed è giusto che sia gestito come tale da entrambe le parti!

Mi rendo conto che in questo momento di restrizioni può risultare scomodo dover stampare dei documenti, o dover utilizzare delle tecnologie a cui non tutti sono abituati. Tuttavia, questo non può spingerci a mettere a repentaglio la nostra privacy, né può farci rischiare di rivolgerci a qualcuno che non sia un professionista qualificato!

Un piccolo orientamentoPsicologo a Distanza

Quando ci sentiamo in difficoltà e abbiamo il desiderio di rivolgerci ad un professionista, riflettiamo su quali siano le nostre esigenze!

La scelta di rivolgersi ad uno psicologo per incontri a distanza può essere appropriata per chi sta vivendo un momento di forte stress dovuto alla quarantena, per chi sperimenta un’acutizzazione di problematiche precedenti. È giusto domandarsi: ho le risorse per gestire l’incontro a distanza?

Per coloro che trovano molto difficoltoso effettuare l’incontro a distanza o hanno urgenza di un intervento tempestivo, ricordo che le strutture pubbliche sul territorio sono attive!

Dai Consultori familiari per il sostegno psicologico, ai Centri di Salute Mentale (CSM) per chi vuole richiedere una psicoterapia o una visita psichiatrica.

Non facciamoci prendere la mano e travolgere dalla situazione, cerchiamo sempre informazioni attendibili e diffidiamo di chi ci propone qualcosa che non rientra nei canoni etici e di legge!